Pratichiamo lo scialpinismo

rifugi in valtellina pizzini valfurva

E’ arrivata la bella stagione primaverile, le nevi dell’inverno lasciano il tempo per le prime uscite con gli sci d’alpinismo sulle nostre montagne.

Anche nei rifugi è tutto pronto per la riapertura nel gruppo Ortler-Cevedale, in Valfurva e nel comprensorio di Bormio.

E così, dopo febbraio che sembrava non finisse mai, eccoci a marzo e si ricomincia con lo scialpinismo di classe nelle magnifiche valli del Parco Nazionale dello Stelvio e nelle aree limitrofe. Vette che sfiorano anche i 4000 metri in un paesaggio incontaminato.
Scopriamo ora assieme, le regole d’oro dello scialpinismo, così da raggiungere in sicurezza i rifugi aperti.

finora abbiamo praticato questo sport, sulle piste ben identificate e in percorsi che vedono le salite a lato degli impianti di risalita, ma ora che i rifugi sono aperti, ci si apre al vero divertimento.

Scialpinismo, le 4 regole d’oro

  1. Prima di tutto devi sempre portare con te il kit di autosoccorso in valanga (ARTVA, pala e sonda).
    Sembra una banalità ma questa accortezza ti permette di essere soccorso in caso di necessità e di prenderti cura della vita degli altri. Anche per le persone più esperte è importante dedicare del tempo ad apprendere come utilizzare al meglio l’attrezzatura, soprattutto ad inizio stagione. Le Guide Alpine svolgono regolarmente dei corsi di utilizzo ed aggiornamento, quindi se hai dei dubbi o non ti ricordi come intervenire, alle volte basta un’ora del tuo tempo per fare la differenza.
  2. Non dimenticare che ti trovi in un ambiente alpino severo e devi assicurarti di avere con te unabbigliamento adeguato anche per i possibili cambi di meteo improvvisi.
  3. Consulta sempre più di una previsione prima di intraprendere una gita e leggi il bollettino valanghe emesso da Arpa Lombardia (che ha sede proprio a Bormio).
  4. Un’ultima cosa, cerca sempre di scegliere dei percorsi adatti alla tua preparazione e alle condizioni fisiche del gruppo. L’escursione va sempre organizzata prendendo come riferimento il livello della persona più debole.